venerdì 20 maggio 2016

A piccoli passi


A piccoli passi sta nascendo la mia stanza di terapia. Uno spazio fisico, ma anche emotivo e mentale che accolga me, le persone e il percorso insieme.
Un piccolo spazio dove stare bene, in cui sorridere e/o piangere, in cui poter riempire l'aria di silenzio e/o di parole. In cui potersi arrabbiare, sfogarsi, tirare fuori, ma anche tenersi dentro. Un luogo in cui  ognuno è sicuro di trovare qualcuno che ti accoglierà e penserà che ogni persona vale, e ogni vita vale l'impegno di essere vissuta fino in fondo al meglio delle proprie possibilità.




venerdì 13 maggio 2016

Un mia recensione di "Adepti" Ingar Johnsrud (2015)

La fascia gialla di copertina creava già diverse aspettative "La nuova stella del crime scandinavo che tutti paragonano a Jo Nesbø. Venduto in 20 paesi". Mi sono detta che per essere un primo romanzo, gli editori sparavano parecchio alto. Forse mi ha stimolato una sorta di sfida a darne una mia personale valutazione, considerandomi una lettrice di Jo Nesbø e del "crime" di autori del nord Europa. Non posso nascondere che a me le sfide piacciono e stimolano parecchio.
Così approfitto dell'occasione di un regalo e ne acquisto una copia per un familiare, sapendo che poi l'avrei chiesto in prestito. La manovra, non proprio pulitissima, è stata colta dal malcapitato che ha rispedito al mittente e quindi, una volta "smascherata", me lo sono ritrovata subito tra le mani.
La trama mi ha preso parecchio, tanto che ci ho messo davvero poco a divorare 511 pagine, come avrà notato chi ha letto il post che racconta il mio mese di maggio.....
Difficile star dietro ai personaggi, forse perché i nomi scandinavi e/o norvegesi non risultano facilissimi ad una prima lettura. E in questo caso si assiste alla presenza di numerosi reti di persone in diversi contesti, quindi bisogna essere piuttosto concentrati e a volte ritornare indietro a qualche pagina precedente per fare una sorta di ripasso. Questa dinamica dei nomi mi era già capitata con la lettura di "Cent'anni di solitudine" di Gabriel García Márquez, ma in quel caso la difficoltà era sui nomi che si ripetevano uguali, tramandati di padre in figlio, ed era per me faticoso star dietro all'albero genealogico e capire chi fosse il padre, il figlio o il cugino. Ma in entrambi i casi ne sono uscita con qualche piccola soddisfazione.
Con Marquez ammetto di aver avuto qualche cenno di rinuncia, ma mi sono detta che non potevo perdermi un capolavoro, e in quel caso ho proprio portato a casa l'apprendimento che ad alcuni testi, ostici all'esordio, va dato tempo e fiducia per poi goderne la potenza dello sviluppo e del finale.
Tornando invece al nostro Ingar Johnsrud, non mi sembra di aver vissuto lo stesso percorso: nel senso che lo sviluppo mi ha coinvolto molto, ho sentito proprio la spinta ad andare avanti a capire, scoprire stimolando associazioni, ipotesi, ricerca di fatti. Ma il finale non è stato degno. Non ha avuto quella qualità di seguire uno sviluppo così avvincente. Mi sono presa una pausa di riflessione prima di permettermi di dare questa importante bacchettata al finale: mi sono chiesta se un finale aperto e/o enigmatico/ermetico per un giallo fosse incisivo e/o suggestivo e ho provato a esplorare le mie congetture e fantasie sulle possibili interpretazioni che mi si aprivano. Non so, forse la metafora che mi sembra azzeccata è quella "dell'amaro in bocca", puoi chiederti e accettare che il gusto amaro sia uno dei possibili effetti dell'esperienza umana, ma alla fine rimane l'amaro.
La lettura è semplice e scorrevole. La psicologia dei personaggi abbozzata e non affondata.
Mi è venuta voglia di rileggere Nesbø. A presto il secondo capitolo della saga "E' Ingar Johnsrud il nuovo Jo Nesbø?". Vi saprò dire.

domenica 8 maggio 2016

Ho letto un articolo su io donna

http://www.iodonna.it/personaggi/interviste-gallery/2016/05/04/sorelle-delle-star-quelle-vite-nellombra/

Non sono riuscita a trattenermi. Dovevo scrivere qualcosa, non volevo che andassero persi sensazioni e pensieri dopo aver letto un articolo di cui aggiungo il link. Mi piacerebbe che ognuno si facesse un'opinione dell'articolo. Io ho provato fastidio per: le parole  "ombra" "stress" "brutta copia di un capolavoro", i pregiudizi sventolati giustificati forse dal diritto di cronaca, quanto una giovane giornalista sia rimasta su un livello tanto superficiale di idea di donna. Ma il momento in cui il fastidio ha raggiunto il picco massimo è quando per pura curiosità ho voluto vedere le foto delle sorelle citate nell'articolo: ho pensato quanto possa essere stolto chi non riesce a vedere bellezza in tutte le donne fotografate. Come è possibile definire brutta copia la sorella di Emma Thomson? O le sorelle di Beatrice Borromeo? O Pippa Middleton? Mi sono sembrate tutte talmente belle... L'articolo mi ha scatenato una forte curiosità per le storie di queste donne: e se andando a fondo si scoprisse che proprio le sorelle cosiddette in "ombra" sono quelle con più spessore, con una profondità da raccontare, con un'unicità custodita.
Cara Sara Sirtori, così si chiama la giornalista autrice di tal capolavoro, lungi da me unirmi al coro di chi in rete si permette di inveire su chiunque in qualunque modo, ma sarebbe davvero interessante una seconda puntata dell'articolo che diventi un vero e proprio approfondimento, una sorta di "inchiesta" (Definizione: Indagine o ricerca diretta a ottenere un'esauriente quantità di dati relativi a un fatto o a un fenomeno) su come le sorelle delle star riescono a vivere una vita propria con valore e soddisfazione senza preoccuparsi del successo dei propri familiari. O detto in altri termini come in alcuni casi non è chi è bello e di successo la persona più interessante.

3 film di donne

After Words con Marcia Gay Harden (2015)


The dressmaker con Kate Winslet (2016)


Assolo con e di Laura Morante (2016)


Tre recenti film di donne. Tre storie diverse, tre donne complesse. Non riesco a non farmi affascinare e coinvolgere dalle narrative femminili. Questo è un piccolo assaggio della mia grande passione per il cinema, per chi racconta storie, spaccati, scenari, attimi di vita umana.

giovedì 5 maggio 2016

Un fiore di ibisco che sboccia


Un fiore che sboccia lascia sempre a bocca aperta. E' naturale, prevedibile e comune, eppure quando capita sul tuo balcone ad una tua pianta, sembra speciale ed unico.
Spesso lo sbocciare è stato accostato all'adolescenza: come i fiori, gli adolescenti aspettano la loro "fioritura" come qualcosa di unico e speciale. Dall'attesa che può essere più o meno lunga, più o meno piacevole, si arriva al momento in cui la bellezza esplode con tutta la sua potenza. Non puoi sapere con certezza cosa capiterà, che sfumatura di colori, quali forme, come cercherà la luce, come si posizionerà rispetto al resto della pianta. Aspetti e poi osservi il risultato, in contemplazione in un primo momento.
Poi si fa spazio l'energia del bello e del nuovo, dando la spinta a prendersi cura di quel gran potenziale per non sprecarlo, preservarlo e renderlo parte del tutto.
Lasciatevi contaminare dalla forza della primavera ogni anno, mettetela in contatto con la vostre primavere ovvero le tante adolescenze che avete attraversato, cogliete l'energia e usatela. Entrate in contatto, lasciatevi andare, trovate il vostro tempo.

Dedicatevi qualche minuto


https://www.youtube.com/watch?v=yI2oS2hoL0k

https://www.youtube.com/watch?v=qJ_Tw0w3lLA

E' uscito il nuovo singolo dei Radiohead. Anche dei Red Hot Chili Peppers. Meritano, dedicatevi qualche minuto.

mercoledì 4 maggio 2016

Ecco un'altra me, sotto altra forma....


Aspetto. Una parte di me è in attesa. Mi piace immaginarla così, una bimba che attende qualcosa. Non sa bene cosa. Intanto si gode il tempo che passa, la vita che si sviluppa, le persone che le capitano attorno.

Balcone: colori e vita




martedì 3 maggio 2016

A maggio ogni giorno qualcosa di nuovo

Da domenica 1 Maggio è partito il piano "nuova me". Per tale ragione ogni giorno farò qualcosa di nuovo, segno della mia evoluzione e dell'intenzione di sperimentare nuovi atteggiamenti, pensieri, azioni.
Domenica 1 MAGGIO spazio al giardinaggio da balcone: non è un progetto nuovo per me, ma ho buttato (finalmente!!) molti ruderi, oggetti che tenevo per il sacro "magari un giorno mi serviranno", sono passati anni e l'usura si fa vedere e sentire. Ecco perciò "buttare il vecchio per fare spazio al nuovo". Qualche acquisto con budget non eccessivo, colori e piante nuove con cui dovrò fare conoscenza.
Ieri 2 MAGGIO ho pensato ad una mia amica e ho deciso di chiamarla, semplicemente per fare 4 chiacchiere con lei. Nella nostra conversazione niente di scontato, solo la voglia di sentirsi e farsi sentire. Molto leggera, molto calda.
Oggi 3 MAGGIO visita dall'osteopata. Novità per me, molti timori. Lui non mi è sembrato male, io un sacco di "blocchi" di vario genere. Qualche manovra, "cric e crac", "oddio muoio!!!". Per ora qualche sintomo si avverte, stiamo a vedere, 48 ore di osservazione. Mi porto a casa la sua affermazione "Qui è un casino!". Bene c'è da lavorare.
Mercoledì 4 MAGGIO ho inviato un regalo a una persona speciale lontana, non mi sono scoraggiata, ho comprato un bel regalino (quaderno per le ricette, un libro di messaggi), un biglietto di auguri, messo tutto in una scatola postale e via, spedita!!!!
Giovedì 5 MAGGIO, è successo qualcosa di magico: sono riuscita a fare quello che avevo in testa di fare. Niente di più, niente di meno. Tra cui fotografare il fiore di ibisco sbocciato, ascoltare la canzone nuova dei Radiohead, camminare a passo spedito, salutare qualcuno con cui ho fatto un pezzo di strada, scrivere una lettera ad un ragazzo che ha ancora tutta la vita davanti ma lui non riesce ad immaginarla, recuperare un compito arretrato, fare una domanda che pensavo di non riuscire a fare.
Venerdì 6 MAGGIO. Ho scelto di rimanere in silenzio. E' un esercizio per me difficile, soprattutto quando sono con gli altri. Posso scegliere di lasciar correre, di prendermi tempo, che non c'è nulla da dire, che in certe occasioni il silenzio è prezioso, di notare altre cose, di non riempire lo spazio con parole. Ho messo lo smalto blu.
Sabato 7 MAGGIO. Ho cambiato la disposizione di qualche arredo di casa.
Domenica 8 MAGGIO. Non tutto fila liscio come vogliamo o ci aspettiamo, non tutto dipende da noi o gira intorno a noi. Ci sono gli altri, il mondo e il tempo. Entrare in contatto con questa essenziale consapevolezza genera diverse reazioni: mi dà inizialmente fastidio e rabbia, ma una volta ascoltato si fa spazio un senso di liberazione e respiro aperto. Ho iniziato un libro, ho guardato quella copertina per due mesi dicendomi che prima o poi mi sarei ritagliata del tempo. Il tempo per quello a cui si tiene si trova, ed ecco che.....
Lunedì 9 MAGGIO. Rompere uno schema ne ha generati almeno altri 2.
Martedì 10 MAGGIO. Oggi ho fatto una domanda  al primo colpo, normalmente non riesco a farla con facilità, mi prendo sempre del tempo. Ho voluto sperimentarne gli effetti. Pro e contro. Bell'esperimento, mi servirà.
Mercoledì 11 MAGGIO Ho combattuto contro alcune mie paure attivate da un'esperienza che mi sono detta di voler fare. Uno scontro tra titani: il nuovo che avanza con entusiasmo e creatività e buona dose di incertezza, il vecchio che si impone con la sua saggezza e rassicurazione con tanta rigidità al seguito. Ho tenuto duro, e ho dato spazio al nuovo. L'effetto che ha avuto al momento molta ansia, ma dopo aver passato quella porta mi sentivo un'altra. Basta questo, non aggiungo altro.
Giovedì 12 MAGGIO. Ho finito il libro iniziato domenica. Ebbene non ne ho capito l'epilogo. Ho deciso che c'è la possibilità che esistano finali che non capisco. Non sembra ma per me è una grande acquisizione!
Venerdì 13 MAGGIO. Ho fatto un acquisto: un trittico con ricchi presupposti "L'arte di buttare" "Il magico potere del riordino" "96 lezioni di felicità". Daranno una spinta ad alcuni miei movimenti verso il nuovo.
Sabato 14 MAGGIO. Guardavo da diverso tempo uno studio di fitness/pilates. Non so perché mi ispirava. Oggi ci sono entrata e ho chiesto informazioni. Chissà perché non l'ho fatto finora.
Domenica 15 MAGGIO. Ho fatto io la prima mossa per fare pace. Non voglio più che il mio tempo venga riempito da rancori e pensieri al "macero". Ne ho liberato qualcuno, ho creato spazio, ho fatto girare aria. Mi sono sentita meglio.
Lunedì 16 MAGGIO. E' spuntato uno scatolone con abiti per l'estate. Quale ottima occasione per eliminare indumenti tenuti nel tempo con la scusa "mi spiace buttarli, magari saranno utili in futuro". Per convincermi mi sono detta "Non sono più i miei abiti, non mi vedo più così, sono un'altra". La verità è che dalla prima cernita è sparito il gruppo "indifendibile". E' un inizio. Mi prendo qualche giorno per la fase 2 "non hai l'età".
Martedì 17 MAGGIO. In lotta con me stessa, ho dato ascolto ad una delle mie voci che dice "prima di tutto c'è la relazione con le persone".
Mercoledì 18 MAGGIO. E così ho sperimentato per un'altra volta la spinta del mio "nuovo" istinto, l'ho lasciato andare e l'ho seguito. Che scoperte che sto facendo! Che grossi freni a mano che inserisco! Ma ho la consapevolezza che sto padroneggiando un nuovo modo di guidare....
Giovedì 19 MAGGIO. Ho condiviso un pensiero difficile.
Venerdì 20 MAGGIO. Ho staccato il cervello. Poi l'ho riattaccato.
Sabato 21 MAGGIO. Mi é capitato di immaginare un futuro diverso, qualcosa che non mi concedevo di accostare a me, alla mia famiglia. Pensi spesso che solo gli altri possono osare, che è meglio volare basso. Ma se fossi proprio io ad avre le ali per volare in alto? Se fossi un'aquila e non un tacchino? Ho accarezzato nuove possibilità e non ho avuto paura. Mi sentivo  curiosa,  anche capace di andare oltre i pregiudizi su me stessa.
Domenica 22 MAGGIO.  
Lunedì 23 MAGGIO
Martedì 24 MAGGIO. Oggi è arrivato un messaggio  che aspettavo, sapevo sarebbe stato difficile ma non si è mai sufficientemente preparati a chiudere un'esperienza con una famiglia e con dei bambini che dura da 3 anni.  Non è stato facile all'inizio e anche per questo si è creato un legame. Bisogna viverlo come un momento di passaggio, un atto di autonomia e di crescita per tutti. Sebbene i primi sentimenti siano il dispiacere e la tristezza della perdita.